Andrea Falcon ci racconta Mario Appignani detto Cavallo Pazzo

Andrea Falcon, fotografo e giornalista professionista, ha seguito Mario Appignani, detto Cavallo Pazzo, per tutto il 1994. Il suo lavoro è stato di recente pubblicato nella mostra Cavallo Pazzo / Mario Appignani – Frammenti di una Vita Underground, che intende riscoprire la figura di Mario Appignani e restituire la complessità del personaggio: attivista radicale, indiano metropolitano, invasore di piazze e stadi, sabotatore televisivo, scrittore di denuncia sociale, sodale di Pasolini, outsider picaresco e sentimentale, presenza trasversale nei territori della politica e dell’underground, leader di se stesso ma protagonista dimenticato della vita pubblica italiana, morto a soli 41 anni nel 1996 a Roma.

L’intervista

Dal suo sito web:

Ho iniziato a fotografare per gioco da ragazzo, con le macchine fotografiche che trovavo in casa. L’interesse e la ricerca si sono aggiunte nel 1986, quando ho iniziato a frequentare un circolo amatoriale del mio quartiere (Associazione Fotografica Tempo Reale) con la mia prima reflex. Con i miei nuovi amici ho scoperto il piacere di esporre le mie fotografie in mostre collettive o individuali e di partecipare ai concorsi.

Nel 1989 ho provato la soddisfazione di pubblicare le fotografie sui giornali. Ho iniziato a collaborare con il periodico Partire del Centro Turistico Studentesco e con la rivista di settore Fare Vela. Con quest’ultima ho cominciato a scrivere articoli, in principio solo per i servizi realizzati con le mie foto, diventando anche giornalista professionista. Per altri vent’anni, fino al 2013, ho lavorato esclusivamente per Il Giornale della Vela, collaborando occasionalmente con altri periodici tra cui L’Espresso, Album di Repubblica, No Limits, Viaggiare, Barche a Motore, Arte Navale, Buon Viaggio, Chi, TV Sorrisi e Canzoni, Class. 
Per la vela e il mare ho seguito storie di ogni genere, dalle Olimpiadi alla Coppa America, dalle cronache locali in Italia ai campionati del mondo, coprendo eventi in Nuova Zelanda, Australia, Brasile, Stati Uniti, Barbados, Martinica, Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svezia, Malta, Svizzera, Croazia, Grecia, Qatar, Tunisia, Senegal, Sudafrica e Bermuda.

La libera professione avviata nel 2014 è stata l’occasione per riprendere il viaggio nella fotografia che avevo iniziato anni prima, ma che avevo interrotto per dedicarmi principalmente al fotogiornalismo nel mondo del mare. La partecipazione alla WSP Masterclass 2014-2015 di Fausto Podavini, Giovanni Cocco e Paolo Marchetti, mi ha spinto ad allargare il mio interesse anche verso altre tematiche. Con il rinnovato linguaggio del reportage ho iniziato a lavorare con alcune ONG in Libano e in Nepal e a intraprendere progetti personali. La vela continua a essere una grande fonte d’ispirazione dei miei lavori, che sono stati pubblicati anche al di fuori delle riviste di settore come su 7 del Corriere della Sera, D di Repubblica, Riders, Undici, In Movimento, oltre che suoi quotidiani La Stampa, Il Secolo XIX e Il Messaggero.

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