L’intervista ad Enzo Dal Verme ci porta ad andare oltre l’oggetto e lo scopo della fotografia, per riflettere sul continuo divenire dell’esistenza catturato negli istanti in cui l’otturatore si apre e si chiude, restituendoci solo una parte del tutto e creando l’esigenza di andare sempre oltre ciò che vediamo.
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L’intervista
Dal sito ufficiale:
Attualmente residente a Milano, Enzo Dal Verme lavora nel settore fotografico da oltre 20 anni. I suoi lavori sono stati pubblicati su Vanity Fair, l’Uomo Vogue, Vogue Sport, Panorama, Marie Claire, Glamour, GQ, Gioia, Grazia, Flair, Amica, D di Repubblica, l’Espresso, The Times, Madame Figaro, Elle, Class, Max e molte altre riviste.
Dice di se: Sono un fotografo italiano, pubblicitario ed editoriale, ispirato dalla magia delle persone. Il ritratto è la mia passione e, anno dopo anno, l’ho esplorato in molte delle sue declinazioni. Lungo la strada, anche la moda e il reportage mi hanno tenuto molto occupato. Uno dei privilegi dell’essere fotografo è quello di poter fotografare una varietà di cose diverse: Mi sono divertito a fotografare anche l’interior design, lo still life e il cibo vegano, ma la mia passione è sicuramente quella di creare immagini d’impatto delle persone.
Scattare ritratti è il mio modo di indagare la realtà, ogni volta che fotografo qualcuno finisco anche per conoscere un po’ meglio me stesso. Potrei dire che guardo i soggetti dei miei ritratti come se stessi guardando me stesso espresso in una forma diversa. Siamo diversi, ma non così diversi…
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